In Italia gli spazi di Coworking sono 665, sempre più nel radar delle aziende. Secondo Cushman and Wakefield i grandi immobiliaristi sarebbero attualmente propensi ad allocare tra il 15 e il 30% del proprio patrimonio immobiliare in Coworking. Sul piano della redditività, però, l’Italia è indietro. Secondo l’analisi di Italian Coworking, il nostro Paese deve attendere circa tre anni per raggiungere il breakeven, contro i 13 mesi del resto del mondo.
«Uno scarto strettamente legato all’investimento medio dei coworking italiani, che si aggira intorno ai 50mila euro, mentre poco più del 13% investe oltre 100mila euro». L’analisi segnala che a fare la differenza tra spazi profittevoli e quelli che non lo sono è principalmente la quota di occupazione, in correlazione con la disponibilità di spazi.
La tendenza degli ultimi anni è orientata verso spazi dotati di servizi condivisi e sale riunioni, in linea con il fenomeno dello smart working. Fondato sul lavoro agile, sulla flessibilità degli spazi e sul benessere aziendale, lo smart working coinvolge 480mila dipendenti, secondo il Politecnico di Milano.
Se in passato gli uffici avevano delle postazioni fisse dedicate al personale, oggi si preferisce adottare l’hot desking, con scrivanie non assegnate e che tutti possono utilizzare, previa prenotazione.
L’ obiettivo è incentivare in Italia una presenza capillare di formule che consentano alle Pmi e ai professionisti di trovare un ecosistema ideale per lavorare, seguendo l’esempio delle grandi aziende americane.
Occorre però partire da un’attenta analisi riguardante la metratura dell’immobile, il contesto territoriale e della domanda, attraverso un’attenta analisi di geomarketing.
L’obiettivo di Catalitic è quello di trasformare un immobile per sua natura “fermo” in qualcosa di funzionale. Questo attraverso una riqualificazione degli spazi con l’ausilio di tecnologie che possano dare valore aggiunto.
Una soluzione che soddisfa proprietari e valorizza il territorio
Esempio pratico sono le nostre location inCOWORK, che hanno consentito a piccole aziende ed a professionisti di lavorare da una sede di lavoro con spazi di condivisione e socializzazione, che offrono anche contenuti attraverso l’organizzazione di eventi e corsi di formazione.
Queste attività sono gradite anche al territorio e alla comunità, perché gli interventi di riqualificazione portano benefici alla proprietà e al quartiere in cui si trova lo spazio.
A guidare questo nuovo trend degli spazi flessibili su scala nazionale sono Milano e Roma, seguite da Bologna, Torino, Firenze e Verona. Al Sud sono attive Palermo e Napoli. Secondo gli studi di settore è proprio sulle città di medie dimensioni che nei prossimi anni si sposterà l’attenzione di corporate e investitori.
Con il brand inCOWORK abbiamo lanciato una rete di centri in franchising di qualità. La risposta ideale alla domanda di chi dispone di asset immobiliari e vuole farli rendere di più, innestando su di essi una nuova attività imprenditoriale. E che vuole contare su un format già pronto e sul supporto che serve quando non c’è esperienza specifica.
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